mercoledì 24 giugno 2009

Dipendenze da cibo: come le industrie alimentari influenzano i nostri consumi

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icecreamYummoAvete qualche dipendenza da cibo? Io non riesco a resistere al cioccolato fondente (per fortuna non ne abuso), ed in questo periodo al gelato e allo yogurt. Sono queste delle dipendenze? O sono dei semplici desideri? Penso che se il desiderio è controllabile non si può parlare di vera e propria dipendenza.

Vi riporto un articolo del New York Times  molto interessante. Parla di un Best seller negli USA che denuncia come le industrie alimentari creano dipendenza verso i loro prodotti. Secondo lo scrittore - il Dottor Kessler – le industrie alimentari riescono a creare una giusta miscela di zuccheri, sali e grassi che genera nell’uomo una  voglia irresistibile di mangiarne di più. Sarà vero?

Articolo di TARA PARKER-POPE

NEW YORK - Nelle vesti di responsabile della Food and Drug Administration, il Dottor David A. Kessler ha ricoperto il suo incarico sotto due presidenti, combattendo molte battaglie al Congresso e contro le multinazionali del tabacco. Ma ha scoperto di essere totalmente indifeso nei confronti di un semplice biscotto al cioccolato. Kessler ha condotto su se stesso un piccolo esperimento: per mettere alla prova la propria forza di volontà, si è comperato due bei biscotti succulenti con pezzetti di cioccolato, intenzionato a non mangiarli. A casa sua si è ritrovato a fissarli, molto spesso. Una volta uscito senza averli toccati si è sentito vincente. Ma appena ha visto dei biscotti analoghi nella vetrina di un bar si è fermato e ne ha ingurgitato subito uno.

chocolate chip cookies"Perché quei biscotti hanno un simile potere su di me?" si è chiesto Kessler. "È il cioccolato a rendermeli irresistibili? O il pensiero del biscotto che mi frulla nella testa? Ho trascorso sette anni a cercare di trovare una risposta a questo quesito". La risposta che il dottor Kessler ha finalmente trovato è contenuta in un libro appena uscito che si intitola The end of overeating: taking control of the insatiable american appetite ("La fine dell'eccessivo consumo di cibo: come tenere sotto controllo l'insaziabile appetito americano"). (…)

È famoso per aver svolto indagini sul fumo, per aver cercato di applicare severe normative all'industria del tabacco, ed è sempre lui ad aver accusato i produttori di sigarette di aver manipolato il contenuto della nicotina perché creasse dipendenza nei fumatori.

Ora, nel suo libro, Kessler riporta di aver riscontrato alcune affinità tra le strategie adottate dall'industria del tabacco e quelle del settore alimentare, che riesce a mettere in commercio cibi in grado di instaurare nel cervello un desiderio forte e pressoché irresistibile di consumarne di più. Se si parla di semplice stimolazione cerebrale, ha fatto notare Kessler, di per sé i singoli ingredienti non sono particolarmente potenti, ma combinando grassi, zucchero e sale in innumerevoli modi, i produttori di alimenti hanno in un certo senso fatto breccia nel sistema cerebrale dell'auto-gratificazione, creando un circolo vizioso di feedback che stimola incessantemente il nostro desiderio di mangiare, lasciandoci smaniosi di continuare a farlo, anche quando siamo sazi.


Muffin (…) Nel suo libro, egli descrive in che modo ristoratori e aziende alimentari impastino gli ingredienti di base fino a raggiungere quello che egli ha denominato "il punto di massima estasi". Vi sono catene di ristoranti come Chili's, è uno degli esempi del libro, che offrono "cibo estremamente appetibile, che richiede di essere masticato poco e va giù con grande facilità". Kessler riporta anche il caso delle barrette di cioccolato Snickers, prodotte con "tecnica straordinaria": quando le si mastica, infatti, lo zucchero si scioglie, il grasso si fonde, il caramello avvolge le noccioline così che la confluenza di più aromi porti il palato a provare un'esperienza quasi estatica.
(…) Uno dei principali messaggi che Kessler lancia è che mangiare troppo non è sintomo di mancanza di forza di volontà, quanto una sfida biologica resa ancora più difficile da una stimolazione sovrabbondante da parte dell'ambiente alimentare che ci circonda. E così come molti di noi trovano ripugnante fumare, Kessler è convinto che sia possibile arrivare a percezioni analoghe in relazione a dosi troppo abbondanti e a cibo troppo lavorato.

(c.2009, The New York Times, traduzione di Anna Bissanti)

 

How the Food Makers Captured Our Brains

As head of the Food and Drug Administration, Dr. David A. Kessler served two presidents and battled Congress and Big Tobacco. But the Harvard-educated pediatrician discovered he was helpless against the forces of a chocolate chip cookie.

In an experiment of one, Dr. Kessler tested his willpower by buying two gooey chocolate chip cookies that he didn’t plan to eat. At home, he found himself staring at the cookies, and even distracted by memories of the chocolate chunks and doughy peaks as he left the room. He left the house, and the cookies remained uneaten. Feeling triumphant, he stopped for coffee, saw cookies on the counter and gobbled one down.

Why does that chocolate chip cookie have such power over me?” Dr. Kessler asked in an interview. “Is it the cookie, the representation of the cookie in my brain? I spent seven years trying to figure out the answer.

The result of Dr. Kessler’s quest is a fascinating new book, “The End of Overeating: Taking Control of the Insatiable American Appetite” (Rodale).

(…) Dr. Kessler is perhaps best known for his efforts to investigate and regulate the tobacco industry, and his accusation that cigarette makers intentionally manipulated nicotine content to make their products more addictive.

In “The End of Overeating,” Dr. Kessler finds some similarities in the food industry, which has combined and created foods in a way that taps into our brain circuitry and stimulates our desire for more.

When it comes to stimulating our brains, Dr. Kessler noted, individual ingredients aren’t particularly potent. But by combining fats, sugar and salt in innumerable ways, food makers have essentially tapped into the brain’s reward system, creating a feedback loop that stimulates our desire to eat and leaves us wanting more and more even when we’re full.

Dr. Kessler isn’t convinced that food makers fully understand the neuroscience of the forces they have unleashed, but food companies certainly understand human behavior, taste preferences and desire. In fact, he offers descriptions of how restaurants and food makers manipulate ingredients to reach the aptly named “bliss point.” Foods that contain too little or too much sugar, fat or salt are either bland or overwhelming. But food scientists work hard to reach the precise point at which we derive the greatest pleasure from fat, sugar and salt.

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The result is that chain restaurants like Chili’s cook up “hyper-palatable food that requires little chewing and goes down easily,” he notes. And Dr. Kessler reports that the Snickers bar, for instance, is “extraordinarily well engineered”. As we chew it, the sugar dissolves, the fat melts and the caramel traps the peanuts so the entire combination of flavors is blissfully experienced in the mouth at the same time.

Foods rich in sugar and fat are relatively recent arrivals on the food landscape, Dr. Kessler noted. But today, foods are more than just a combination of ingredients. They are highly complex creations, loaded up with layer upon layer of stimulating tastes that result in a multisensory experience for the brain. Food companies “design food for irresistibility,” Dr. Kessler noted. “It’s been part of their business plans.”

But this book is less an exposé about the food industry and more an exploration of us. “My real goal is, How do you explain to people what’s going on with them?” Dr. Kessler said. “Nobody has ever explained to people how their brains have been captured.”

(…) One of his main messages is that overeating is not due to an absence of willpower, but a biological challenge made more difficult by the overstimulating food environment that surrounds us.

25 commenti:

Mary ha detto...

Molto interessante e non si sbagliano!

Mirtilla ha detto...

bellissimo post,mi e'piaciuto molto leggerlo ;)

Luca and Sabrina ha detto...

Secondo noi si può parlare di dipendenza anche quando il desiderio o il consumo è controllato, l'esempio del fumo è il più esemplificativo, che io fumi 3 sigarette al giorno o 20, sono sempre dipendente dal fumo. Ovvio che un consumo equilibrato, sia che si tratti di cibo o altro, è sempre meglio dell'abuso. D'accordissimo sul fatto che le industrie alimentari mettono in commercio prodotti che influenzano i nostri consumi nel senso che vanno a creare dipendenze, dipendenze psicologiche.
se passi da noi, c'è un premio per te!
Baciotti da Sabrina&Luca

Elly ha detto...

Ciao cari, buongiorno!!!
Sono contenta che vi sia piaciuto il mio post. Sarebbe curioso sapere quali siano le vostre dipendenze. Avevo pensato di fare una classifica dei cibi a cui non si può rinunciare. Fatemi sapere allora!
Un saluto a tutti! ;)

Manuela e Silvia ha detto...

Ciao! interessante questo post! abbiamo scoperto cose che ignoravamo!
Le nostre dipendenze? prima di tutto la frutta: fresca o secca non deve mai! poi lo yogurt: lo amiamo perchè è un dessert non dolce, alla frutta ocon i cereali...sempre!
ed infine i formaggi ed i latticini in genere: latte o derivati...nell anostra alimentazione non possono mancare!
Speriamo di aver contribuito alla tua indagine...
un bacione

Federica Musilli ha detto...

La mia dipendenza????
in assoluto il gelato..nn posso rinunciare e nn ne posso fare a meno e deve essere il gelato sciolto. lo mangio anche in pieno inverno con guanti cappello e sciarpa!!!
un abbraccio e buona indagine ;-)

p.s. ti aspetto per la raccolta del calendario...;-)

Dolci a gogo ha detto...

ciao elly io vere dipendenze nn c0'è l'ho ma nn so resistere davanti alle caramelle gellee....lo so magari sempbrerà starno visto i tanti dolci che faccio,ma davanti a quelle sarei capace di mangiarne in quantità industriali e dico sul serio!!!In effetti io dei veri raptus nel senso che magari il barattolo di nutella sta li per settimane poi un giorno sono capace di farmi fuori tutto il barattolo!!!Poi ovviammente ci sono i gelati,la panna la cioccolata e ultimamente anche i pistacci...insomma una campionatura molto vasta:-)
bacioni imma

i dolci di laura ha detto...

la mia dipendenza sono i dolcetti al cioccolato in generale, dai cioccolatini, ai biscotti, adoro i grisbì ripieni al cioccolato,la nutella e la torta salame al cioccolato. Non è che li mangio ogni giorno, ma quando ho voglia di una coccola dolce. Sono la mia ricarica quando ho le pile esaurite o la giornata non è stata proprio tutta positiva. Non bisogna sottovalutare il potere di un cucchiaio di nutella o di un biscottino al cioccolato! :)

babette ha detto...

Ciao Elly! Hai scritto un post molto interessante, brava! Sono a conoscenza del fatto che le industrie alimentari cerchino di creare dipenenza ai loro prodotti: pensa alla Coca-cola, la dipendenza credo sia data dallo zucchero, ma pensa anche al cibo del mc donald, anche lì mi sa che c'è una gran quantità di zucchero (pure nelle insalate). Non so se ti è mai capitato di vedere il documentario americano "Super Size me"; se non l'hai mai visto te lo consiglio, tra le tante cose interessanti parla anche di queste.
E' difficile secondo me dire dove finisce il desiderio e dove inizia la dipendenza, in fatto di cibo. A molte persone capita di ritrovarsi a mangiare un cioccolatino dopo l'altro senza capire perchè non riesce a fermarsi. E' lo zucchero? Secondo me si. Lo zucchero contenuto nei dolci ci dà subito una gran quantità di energia, che però scompare in fretta e quindi abbiamo bisogno di nuovi zuccheri. Dovremmo imparare a conoscere meglio i cibi e capire quali sono quelli migliori da consumare quando abbiamo un calo di zuccheri, evitando così di buttarci sempre sui dolciumi. La mia classifica di cibi irrinunciabili non esiste se parli di "dipendenza" perchè per fortuna ho una buona dose di volontà e riesco a resistere a barrette, merendine confezionate, cioccolatini etc. Se parli di cibo che desidero è tutta un'altra cosa invece, ma il desiderio, come mi sembra che hai detto pure tu, è controllabile. Scusa il tema... un bacione ;)

babette ha detto...

p.s. comunque, mettendo da parte la mia "forza di volontà" di fronte ai dolciumi, i prodotti a base di cioccolato sono quelli cui più difficilmente si riesce a resistere. Una volta che assaggi un piccolo cioccolatino, il tuo cervello fa "tiing!" e senti il bisogno di prenderne un altro. Lo stesso la Nutella, un cucchiaino tira l'altro. Quindi in una classifica di cibi che creano dipendenza io metterei al primo posto il cioccolato, al secondo la Coca-cola (mi è venuto ora in mente che conosco più di una persona dipendente da questa bevanda!). Kiss ;)

Tania ha detto...

Se c'è una cosa a cui proprio non riesco a rinunciare è il caffè! Non so se sia esatto definirla "dipendenza", ma sta di fatto che devo berlo più volte durante la giornata, ci sono due appuntamenti fissi che se li salto beh, li posticipo :-/
Poi mi piacciono molto il cioccolato e i dolci, ma si tratta più semplicemente di voglia di dolce e di buono! A fine pasto ad esempio, devo mandar giù qualcosina del genere altrimenti non mi sento soddisfatta! :-D

La Signora Laura ha detto...

Ciao! Che articolo interessante...non so però...non credo di avere una dipendenza vera e propria in campo alimentare. A volte ho voglia di mangiare un dolce, a volte ho voglia di mangiare le cozze ma niente di estremo, come nel caso del fumatore che agogna la sua sigaretta. Anzi, sopratutto col cioccolato capita molto spesso che lo compri e poi resti lì...i duplo mi sono addirittura scaduti! C'è da dire però che nella società americana il cibo forse ha un ruolo diverso rispetto a qui, soprattutto il junk food e quindi forse è più facile che si creino vere e proprie dipendenze...

i dolci di laura ha detto...

p.s.: da me c'è un premio per te!

Patricia ha detto...

Ciao Elly, grazie della visita! Avevo sentito qualcosa riguardo l'articolo, ma non l'avevo letto! 'E vero questa cosa di non resistere a determinati alimenti, ma il credevo era più gola che altro!
Comunque non riesco a resistere a tutto al cioccolato, tanto che neanche compro niente, altrimenti non mi controllo! Anche le patatine fritte sono una tentazione per me. Diciamo che almeno una volta alla settimana devo mangiare patatine e il Magnum Almond. So che fanno ingrassare, che devo perdere tanti kili, ma li mangio lo stesso!
Ah, e come aveva detto Babi, anche io conosco delle persone dipendenti dalla coca cola. Una mia ex collega di lavoro era una coca light dipendente!

Profumo di Sicilia ha detto...

ciao elly
grazie per il tuo commento... non ci crederai ma giusto ieri andato al lavoro ho ascoltato questa notiz sulle dipendenze alla radio e ho riflettuto parecchio sulal situazione....che coincidenza!

Nel mio caso nn credo di avere una vera e propri dipendenza da un prodotto in particolare... mi piace la buona cucina e soprattutto variare quindi qualunque cosa sia cibo gia mi stuzzica la gola .... vito i prodotti confezionati e industriali perchè nn li ritengo far parte del nostro "made in italy".
tra gli alimenti che nn toglierei mai dalla mia alimentazione il galato la pizza e le patate...ma è sono solo le prime tre cose che mi sono venute in mente... se continuo diventa una lista infinita!

complimenti bellissimo blog!
baci lalla

My Ricettarium ha detto...

Ottimo post! Avevo sentito di questa cosa al radiogiornale qualche giorno fa... Io credo che ci sia un fondo di verità in ciò che hanno detto e che tu hai riportato qui fedelmente.. per loro è tutta una questione di maketing...
Per quanto mi riguarda non ho una vera e propria dipendenza da nulla... nè cibi.. nè altro... O meglio.. se io mangio un cioccolatino oggi.. sicuramente ne ho voglia subito dopo averlo mangiato.. e mangerei cioccolata fino alla nausea.. però se non lo mangio il cioccolatino oggi.. non mi vien voglia di mangiarmelo! non so se mi sono spiegata... :-))))La stesa cosa accade per la frutta secca... o per le tortillas ad esempio :-)))))

eli ha detto...

Ciao ti ho visto da mammazan e sono corsa qua!
Quando i miei figli erano piccoli, ho dovuto letteralmente "disintossicarli" da una nota marca di merendine (oltretutto spacciate per pane con tanto latte!). Quando le mangiavano cadevano in una specie di "trance" con lo sguardo perso nel vuoto ed erano arrivati a mangiarne un pacco al giorno.
Anche altre mie amiche lamentavano la stessa cosa!!!

Le dipendenze da cibo esistono eccome, e pare siano generate da cibi altamente raffinati: zucchero bianco, farina bianca. Difficile infatti "drogarsi" con un biscotto integrale!

Segnalo un libro interessante sulla dipendenza da zucchero: "Sugar Blues" di William Dufty

A presto!

Betty ha detto...

Ciao €lly, grazie per avermi segnalato il post.
La mia dipendenza? dai dolci in generale anche se il cioccolato è una vera e propria golosità!
Non saprei scegliere con precisione sinceramente, ma se mi mettono davanti due dolci identici di cui uno con cioccolato bè, io sceglierei quello!!

Micaela ha detto...

Ciao carissima io di dipendenze da cibo ne ho fin troppe, una di queste è la dipendenza da pizza, posso rinunciare a tutto ma alla pizza del sabato sera non saprei mai rinunciare. Altra dipendenza è il gelato allo yogurt in estate e la crèpe alla nutella in inverno!!! dopo la pizza ci vogliono... un bacione

Mammazan ha detto...

Ti ringrazio della tua gradita visita che mi ha permesso di scoprire il tuo blog, bellissimo, ed in particolare quest'ultimo interessante post.
Dipendenza da cibo??
Credo di non averne a parte il caffè del mattino 2 tazzine e 1 dopo mangiato e poi un pò di dolce la sera, ma tutte le sere, dopo aver cenato ma mai tantissimo, una fettina di panettone d'inverno e un pò di gelato d'estate. Avevo sentito anche io che i produttori di tabacco inserissero delle sostanse per creare dipendenza e non stento a credere che anche nell'alimentare ci siano agggiunte per creare uno stato simile... si sa per vendere e trarre profitti certe industrie sono capaci di questo ed altro!!baci

Elly ha detto...

Ringrazio tutti per le risposte, vi farò sapere presto il risultato della mia indagine. Comunque per adesso nella top list c'è sicuramente il CIOCCOLATO!!!

Io adesso vado a mangiarmi un pò di gelato...mi è venuta voglia di qualcosa di dolce! :p

Unknown ha detto...

Ciao cara Elly, veramente interessante il tuo post! io non riesco a rinunciare ai dolci in generale. sarà banale, ma mi ritrovo a volte a pensare di essere poco normale...anke dopo una cena super abbondante, il posticino x il dolce lo trovo sempre!ke sia un biscotto, una torta, una crostata, una mousse, un gelato, un cioccolatino...qualsiasi cosa!x me è quasi fondamentale..mentre vedo ke fidanzato, amiche o famiglia ne fanno a meno, tranquillamente...io non ci riesco!

lilliro ha detto...

ciao €lly il tuo post e' interessantissimo,il cioccolato si' non ci so' rinunciare,ma la cosa in assoluto sembrera' strano a cui non posso rinunciare e' il latte,senza non saprei come fare,lo berrei anche a pranzo e cena,vivrei solo di quello.....
saro' una mucca? bo'.....a me piace e guai a chi me lo toglie ^_^

pagnottella ha detto...

Ciao cara! Grazie per esser passata nel mio mondo!
La mia "dipendenza" da cioccolato (assolutamente fondente!), che hai intuito leggendo il post nel mio blog, non è cosi forte quanto la "dipendenza" da frutta!
Non potrei farne a meno...non c'è giorno in cui non mangerei frutta...
P.S. interessante il tuo blog, mi accomodo tra i lettori...
A presto :-)

Enza ha detto...

Ciao e grazie di essere passata da me
ho avuto modo di conoscerti e sapere
di questa tua ricerca....Io pure
posso dirti che è al caffe' che non rinuncio...poi in genere amo i dolci
ma piu' che mangiarli amo farli...per
cui ho non una vera dipendenza!!
Spero di esserti stata utile!!
a presto